Cineforum - "Fuocoammare"

Fuocoammare”:  la sfida dell’identità

Cineforum - Fuocommare

Durante l’incontro di cineforum del 9 febbraio 2024 si è svolto il dibattito riguardante “Fuocoammare, un film documentario diretto da Gianfranco Rosi, uscito nel 2016 e vincitore del premio Orso dOro” al festival di Berlino.

Il film racconta il fenomeno delle migrazioni attraverso la situazione di Lampedusa e le testimonianze di diversi personaggi che abitano lisola o sono direttamente coinvolti negli sbarchi di clandestini provenienti dallAfrica.

La visione del docufilm ha portato a riflettere sulla situazione dell’immigrazione in Italia, soprattutto a riconoscere il senso di disagio e i pregiudizi che ciò solleva nella nostra società. Si è parlato delle condizioni critiche che i migranti si trovano ad affrontare una volta sbarcati in Italia, un luogo che spesso è solo il primo punto di approdo per poi spostarsi in altri paesi; delle difficoltà linguistiche e della mancanza di sufficienti interpreti, aspetti che si traducono in un primo enorme ostacolo all’integrazione; delle dinamiche di stampo malavitoso cui i migranti sono esposti nel tentativo di raggiungere le nostre coste. Ne deriva l’impressione generale che l’Italia sia stata abbandonata a se stessa nel gestire l’immigrazione e che il contributo dell’Unione Europea sia prettamente economico e poco strutturato a livello progettuale.

Particolarmente efficace è risultata la scelta del regista di azzerare quasi i dialoghi, lasciando che le immagini, attraverso un gioco strategico di associazioni e sovrapposizioni, parlassero con immediatezza. È significativo che vengano mostrati scorci di vita degli abitanti di Lampedusa e dei migranti senza che i due mondi si incontrino mai. Le morti tragiche in mare e le situazioni disperate degli sbarchi entrano nelle case solo attraverso i racconti della radio, che riduce la complessità delle vicende al numero dei dispersi e la appiattisce sulla banalità delle altre notizie. Ciò suggerisce la distanza incolmabile che si genera, anche inconsapevolmente, tra chi abita in Italia e chi arriva con i barconi e ci ha fatto riflettere sul ruolo importante che i mass media e i social potrebbero avere nel diffondere informazione e promuovere integrazione.

Infatti, per quanto sarebbe utile ridurre le partenze, intervenendo nei paesi d’origine dei migranti, spesso straziati da guerre e conflitti civili, non si può ignorare che tale situazione sarebbe svantaggiosa per i Paesi che producono ed esportano armi, come anche l’Italia, motivo per cui forse non è stata mai presa seriamente in considerazione.

Tuttavia, come suggerisce il docufilm, molto si può fare sul versante della presa di coscienza e dell’integrazione. I media, piuttosto che nascondere l’identità dei migranti dietro le loro storie o ridurli a numeri anonimi, potrebbero dare un volto a chi affronta queste traversate disperate e a chi contribuisce ogni giorno ad accogliere e a dare dignità a queste persone con associazioni e progetti sociali. Ciò potrebbe generare un circolo virtuoso di solidarietà, valorizzando l’importanza dello scambio umano e culturale tra popoli e persone di mondi diversi.

In fondo, è necessario ricordare che anche gli italiani sono stati e sono ancora emigranti alla ricerca di lavoro allestero e che chi lascia la propria terra di origine spesso non lo fa a cuor leggero, poiché non solo dovrà abbandonare la sua famiglia e i suoi affetti, ma dovrà anche fronteggiare un lungo e pericoloso viaggio, in cui costruire una nuova identità.

Vittoria Morcaldo, Giada Martinez, Viola Di Domenico, Dafne DAnna (Gruppo D)

Allegati

fuocoammare.pdf

Ultima revisione il 27-02-2024